In una societá sempre piú visual, le aziende hanno capito ormai da tempo che le proprie strategie di marketing possono (o meglio, devono) avvalersi anche di piattaforme social visuali, come ad esempio Instagram o Pinterest. Un’immagine originale, divertente o emozionante puó catturare piú facilmente l’attenzione e l’interesse del consumatore. Non a caso, un’immagine riceve mediamente il doppio di like di un testo, e viene condivisa 12 volte di piú.
A fine 2016 si contavano 600 milioni di user Instagram a livello mondiale. Anche se il numero di utenti é inferiore a quelli di Facebook, Instagram riceve molta piú attenzione da parte dei suoi user. Infatti, solo il 22% degli utenti Facebook controlla il proprio profilo piú volte al giorno, contro il 35% di coloro che utilizzano Instagram.
Come tutti i social network, anche questa piattaforma viene utilizzata dai suoi utenti per interagire con i propri brand preferiti, anche nel caso in cui questi non siano ufficialmente presenti. Chanel, ad esempio, prima di fare il suo ingresso ufficiale in Instagram, contava giá 2.7 milioni di immagini con l’hashtag #Chanel.
É quasi inutile sottolineare il potenziale del materiale fotografico presente sulla piattaforma. Primo, le informazioni veicolate sono prodotte in maniera spontanea e genuina, ovvero non guidate dagli stimoli strutturati dei ricercatori. Secondo, le informazioni si possono articolare su un numero svariato di livelli: le occasioni e le modalitá d’utilizzo di un prodotto, il contesto sociale, i valori e le emozioni associate, ecc. Oltre a recuperare immagini spontaneamente prodotte e postate dai propri consumatori, é anche possibile studiare le reazioni che si verificano a fronte delle immagini postate direttamente dal brand. Gli strumenti di analisi oggi a disposizione (sí, stiamo parlando dei software di analisi automatica dei Big Data) possono facilmente recuperare non solo le immagini, ma anche i tag ed i commenti ad esse associati.
Se Instagram é particolarmente utile per sondare l’esistente ( ovvero, l’uso attuale che viene fatto di un brand o un prodotto), Pinterest puó essere invece un’interessante finestra sul futuro, rivelandosi anch’essa una piattaforma particolarmente adatta per la ricerca di mercato. Se é vero che un’immagine vale piú di 1000 parole, allora i consumatori con i loro pin non solo ci stanno raccontando le loro vite, ma anche i loro sogni e desideri.
La modalitá con cui la piattaforma é strutturata lo rende infatti uno strumento perfetto per capire cosa vorrebbero i propri consumatori. Molti utenti utilizzano la piattaforma come whishlist virtuale per pianificare un evento (un matrimonio, una vacanza, una festa di compleanno) o arredare la futura casa dei sogni. Anche se difficilmente un utente realizzerá tutte le idee presenti in bacheca, sicuramente esse offrono alle aziende una panoramica sul desiderata del proprio target. Anche il nome utilizzato per rinominare una specifica bacheca puó essere rivelatore di bisogni latenti e generare insight. Ma non solo: osservando quali sono i contenuti piú popolari all’interno di una specifica categoria, é possibile farsi anche un’idea dei vari top-mind all’interno di determinate categorie merceologiche.
Nella loro diversitá e specificitá entrambe le piattaforme possono quindi produrre marketing intelligence. Ancora una volta, la qualitá dell’informazione prodotta dipenderá dalla creativitá e dalla competenza degli addetti ai lavori.