Sentiamo spesso dire che oggi piú che mai i consumatori sono diversi tra di loro e hanno esigenze e necessitá specifiche. Una cosa peró li accomuna: la scarsissima tolleranza nei confronti delle pubblicitá online. La conferma definitiva arriva da uno studio realizzato a inizio anno dalla Coalition for Better Ads, che ha indagato la relazione tra utenti desktop e mobile verso 104 diverse tipologie di pubblicitá, per un totale di 25.000 partecipanti tra Stati Uniti ed Europa.
Video in autoplay che interrompono la visione di un filmato, spot a schermo intero che precedono la visualizzazione di un sito, annunci pop-up che compaiono innavvertitamente sotto il puntatore del mouse, immagini che rendono difficoltosa la lettura di un articolo, banner con colori e suoni che si alternano a intermittenza. Tutto questo rischia sempre piú di rovinare l’esperienza stessa di fruizione del web.
Per porre rimedio a questo inconveniente, pare che la Coalition for Better Ads, composta da grandi attori del panorama tecnologico e pubblicitario – tra cui Google, Microsoft, Procter & Gamble, Unilever, GroupM e Facebook – stia valutando la possibilitá di introdurre un nuovo sistema di ad-blocking, ovvero di blocco della pubblicitá, che dovrebbe dispensare gli utenti Internet dalla visione di spot invadenti.
Il sistema ovviamente non bloccherebbe in toto le pubblicità, in quanto necessarie per la sopravvivenza stessa di molti siti web. Nel mirino finirebbero gli spot ritenuti “inaccettabili” dalla Coalition, in particolare quelli che compaiono all’improvviso ostacolando e rendendo difficoltosa la navigazione stessa.
Non si tratta di una presa di posizione indifferente, specialmente se si considera la diffusione di Chrome. Secondo gli analisti di Net Market Share, nel marzo scorso il browser di Google aveva il 58,6% del mercato mondiale, seguito a distanza da Internet Explorer (18,9%), Firefox (11,8%), Microsoft Edge (5,6%) e Safari di Apple (3,4%).
Probabilmente dovremo aspettare la fine dell’anno per avere maggiori dettagli su questo nuovo sistema. Se da un lato questa mossa non é esattamente quello che i professionisti di marketing desideravano, dall’altro puó essere vista come un rinnovato invito alla creativitá, alla ricerca di soluzioni che riescano a comunicare con il consumatore in maniera sempre piú acattivante, coinvolgente, e non invadente.